Alexander Meeus: The History of the Diadochoi in Book XIX of Diodoros Bibliotheke. A Historical and Historiographical Commentary (= Untersuchungen zur antiken Literatur und Geschichte; Bd. 149), Berlin: De Gruyter 2022, XI + 625 S., 1 Farb-, 4 s/w-Abb., ISBN 978-3-11-074195-7, EUR 129,95
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A breve distanza l'uno dall'altro sono apparsi due commenti al libro XIX della Biblioteca Storica di Diodoro: il primo (completo) di Franca Landucci (Diodoro Siculo. Biblioteca storica. Libri XIX-XX. La Grecia e l'Oriente. Commento storico, Milano, Vita e Pensiero, 2021) e il secondo, sui capitoli relativi alle lotte che coinvolsero i diadochi tra il 317 e il 310 a.C. di Alexander Meeus, edito da De Gruyter nel 2022. Si tratta dei lavori di due specialisti, che hanno e stanno dedicando le loro ricerche alla complessa epoca ellenistica.
Come è noto, la Biblioteca Storica di Diodoro Siculo, vissuto nel I secolo a.C., costituisce una delle più importanti fonti per la storia antica. Lo è soprattutto per l'epoca ellenistica e per l'intricata fase delle lotte tra i diadochi, dal momento che rappresenta un testo continuativo a fronte di una serie di opere pervenute solo in frammenti.
Il volume di Meeus è ben strutturato. Esso si compone di due parti: una prima parte dedicata all'inquadramento storico di Diodoro, al suo metodo di lavoro, agli obiettivi della sua opera, alle fonti che avrebbe utilizzato in maniera diretta o indiretta (7-105); una seconda parte, invece, di commento a una parte dei capitoli del libro XIX (109-549). Completano il volume un'ampia e aggiornata bibliografia (550-617); un'appendice relativa alle varianti testuali (618-619); un indice dei principali termini greci che ricorrono nel testo e che l'A. prende in considerazione nel commento (620-625).
Il commento di Meeus trova la sua genesi nella dissertazione di dottorato discussa nel 2009, e le sue basi in un'ampia serie di articoli che hanno permesso all'Autore di precisare e approfondire alcuni punti di un lavoro piuttosto complesso come si configura il commento storico al testo di Diodoro. Il libro XIX - insieme al XX tra gli ultimi a essere pervenuti in forma integrale, dal momento che i libri XXI-XL sono giunti in frammenti - affronta in larga parte i complessi eventi che videro protagonisti i generali di Alessandro dal 317 al 310 a.C. Esso si articola in 110 capitoli la cui narrazione oscilla tra il contesto greco e orientale, cui Diodoro dedica gran parte del libro, e il mondo coloniale occidentale dall'altra. Meeus non prende in considerazione i capitoli dedicati alla Magna Grecia e, nella fattispecie, alle vicende di Siracusa sotto Agatocle (capitoli 3-10, e 106-110). Come chiarisce nel titolo della monografia, sceglie invece di concentrare la sua analisi sulle lotte tra i diadochi in Grecia e Oriente negli anni 317-310, vale a dire dal ritorno sulla scena di Olimpiade (XIX 11, comm. ad loc. 109-130), alla morte di Alessandro IV e Rossane, figlio e moglie di Alessandro, nel 310 (XIX 105, comm. ad loc. 544-549).
In un lavoro così ampio e articolato è opportuno selezionare gli argomenti da porre in evidenza. In via preliminare, mi sembra discutibile la scelta di Meeus di non completare il commento del libro XIX escludendo quei capitoli - pochi in verità - dedicati alle vicende di Sicilia e Magna Grecia. Lo è a maggior ragione in un lavoro nel quale l'Autore mostra di conoscere a fondo temi e problemi di tutta l'opera diodorea e di padroneggiare l'ampia bibliografia esistente. Sebbene Meeus abbia da sempre concentrato le sue ricerche su vicende e personaggi legati ad Alessandro Magno, e Diodoro in questa parte (in realtà minima rispetto al resto) tratti un contesto territoriale caratterizzato da dinamiche politiche assai diverse rispetto a quelle di Grecia e Oriente, tuttavia questo sforzo avrebbe reso completo il suo lavoro. Infatti gli avrebbe tolto l'aspetto di una monografia ibrida - saggio storico nella I parte, commento nella seconda - e l'avrebbe inserito a pieno titolo nella gamma dei commenti ai diversi libri di Diodoro (ad esempio, solo per limitarmi ad Alessandro Magno e all'Ellenismo, quelli di Paul Goukowsky (1976) e Luisa Prandi (2013) per il libro XVII; di Franca Landucci (2008) per il libro XVIII; della stessa Landucci (2021) per i libri XIX-XX).
Al di là di questa scelta autoriale, il lavoro è di grande pregio. Nella prima parte l'Autore affronta i problemi congeniti a un'opera così ampia come quella di Diodoro, che partiva dall'età mitica per arrivare a quella di Giulio Cesare. Innanzitutto valuta Diodoro come storico ripercorrendo analiticamente la questione se fosse stato un semplice compilatore, talora anche sciatto, o, piuttosto, uno storico consapevole del suo ruolo, capace di scegliere le fonti, selezionare le notizie, evidenziare alcuni temi in funzione di specifici personali interessi. Optando per la seconda icona Meeus presenta un chiarissimo e completo status quaestionis, e riporta una serie di passi della Biblioteca che dimostrano l'autonomia dello storico siciliano; il desiderio di dare un preciso taglio al suo scritto con un'attenzione quasi maniacale alla cronologia; la volontà di porre in evidenza, laddove possibile, temi e figure di suo interesse come apparati legislativi e legislatori.
L'Autore affronta poi lo spinosissimo e sempre attuale tema delle fonti di Diodoro (59-90). Anche in questo caso propone un capillare status quaestionis; crea una scheda sui principali autori che potrebbero aver rappresentato le fonti di Diodoro (Ieronimo di Cardia, Duride di Samo, Diillo di Atene, Ecateo di Abdera); discute con grande equilibrio pro e contro di ciascuna ipotesi, evidenziando in più occasioni come l'uso diretto o indiretto di una o più fonti da parte di Diodoro sia solamente congetturale, dal momento che i lavori degli storici citati sono tutti giunti in frammenti. Alla fine di una lunga e chiara discussione sul tema, Meeus esclude un uso diretto di Ieronimo di Cardia da parte di Diodoro, pensando invece a un impiego mediato attraverso Agatarchide di Cnido: una conclusione che, anche in questo caso, Meeus presenta con molta cautela rilevando che "the cumulative case for Agatharchides does not seem much weaker than that for Hieronymos, but it obviously remains a very tentative hypothesis. Overall, it must be stressed that we simply do not have very much to go by, so that the question of Diodoros' sources for the history of the Diadochoi does indeed appear to be a problem that defies a clear solution". (90)
Altrettando densa è la parte dedicata al commento del libro XIX della Biblioteca. In questo caso l'Autore non si limita a un inquadramento cronologico e storico delle vicende o alla presentazione dei personaggi e delle loro azioni, ma, col supporto di una sempre aggiornata bibliografia, sottolinea costantemente le particolarità della lingua di Diodoro, e chiarisce gli scenari geografici nel quale si collocano gli eventi.
Sulla base di quanto detto, la corposa e ricchissima monografia di Alexander Meeus si configura come un ulteriore tassello nella piena comprensione di Diodoro. Anche se il focus è la parte del libro XIX della Biblioteca dedicata alle lotte tra i diadochi, tuttavia essa offre un ritratto a tutto tondo di quest'autore capace senza dubbio di scelte indipendenti. Al centro, dunque, Diodoro e la sua personalità, prima e oltre i contrastanti e controversi lavori di Quellenforschung, nel solco di una linea interpretativa di riabilitazione e rivalutazione oggi sempre più percorsa.
Giuseppe Squillace