Rezension über:

Sabine Reichert: Die Kathedrale der Bürger. Zum Verhältnis von mittelalterlicher Stadt und Bischofskirche in Trier und Osnabrück (= Westfalen in der Vormoderne. Studien zur mittelalterlichen und frühneuzeitlichen Landesgeschichte; Bd. 22), Münster: Aschendorff 2014, 235 S., ISBN 978-3-402-15062-7, EUR 36,00
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Rezension von:
Paolo Rosso
Facoltà di Filosofia e Scienze dell’Educazione, Università degli Studi di Torino
Redaktionelle Betreuung:
Ralf Lützelschwab
Empfohlene Zitierweise:
Paolo Rosso: Rezension von: Sabine Reichert: Die Kathedrale der Bürger. Zum Verhältnis von mittelalterlicher Stadt und Bischofskirche in Trier und Osnabrück , Münster: Aschendorff 2014, in: sehepunkte 15 (2015), Nr. 7/8 [15.07.2015], URL: https://www.sehepunkte.de
/2015/07/27008.html


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Sabine Reichert: Die Kathedrale der Bürger

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Nel suo agile e documentato volume Sabine Reichert affronta il tema del rapporto delle città di Trier e di Osnabrück con le loro chiese episcopali, studiato in una prospettiva di lunga durata che comprende i secoli bassomedievali sino alla piena età moderna. La relazione della città con la sua chiesa matrice è stata perlopiù interpretata in chiave di conflittualità da una consistente tradizione di ricerche, nelle quali il significato liturgico per la civitas ricoperto dalla cattedrale è rimasto sullo sfondo. L'Autrice ha voluto invece considerare la cattedrale come parte integrante della città medievale, ponendo il focus della sua analisi sulla ricerca degli elementi che caratterizzano la maior ecclesia come "chiesa dei cittadini" e sulla natura dei legami intessuti con essa dal mondo laico, declinati in concrete forme di uso dello spazio del duomo.

Il saggio si articola in cinque parti: una chiara e sintetica introduzione (parte I, 9-19); l'evoluzione della cattedrale cittadina nel medioevo (parte II, 21-57); la cattedrale come centro ecclesiastico della città (parte III, 59-107); il duomo medievale come spazio memoriale (parte IV, 109-185); conclusioni (parte V, 187-190); segue un'ampia bibliografia, organizzata in Ungedruckte Quellen, Gedruckte Quellen und Regesten e Literatur (191-224), un'appendice iconografica (226-229) e l'indice dei nomi e delle località (231-235).

Nella sua introduzione Sabine Reichert presenta il tema come venne affrontato nella storiografia dei secoli XIX-XX, in cui la cattedrale è stata generalmente intesa come un luogo di culto estraneo al corpo urbano. Alla forma "città e chiesa", che implica una contrapposizione o una alterità, L'Autrice preferisce "la cattedrale del cittadino" (9-13), intendendo con ciò le modalità di integrazione della Kathedralkirche nello spazio sociale e culturale urbano, colte in primo luogo attraverso le espressioni assunte dalla pietà e dai rituali religiosi del mondo laico. L'importanza del carattere religioso comunitario nello studio delle maggiori istituzioni ecclesiastiche cittadine è un dato solidamente acquisito dalla storiografia, sebbene l'attenzione si sia soffermata sulle forme locali di pietà e sull'adozione di ritualità favorite dall'amministrazione cittadina, mentre il ruolo di centro spirituale e di dimensione dell'azione sacramentale assunto dalla cattedrale è stato perlopiù oggetto di ricerche di ambito liturgico. Un aspetto di grande interesse nello studio di Sabine Reichert riteniamo essere proprio il proposito di analizzare le fonti a carattere liturgico all'interno di una storia della comunità urbana intesa come Sakralgemeinschaft.

La centralità della cattedrale sul piano delle competenze canoniche è studiata nella seconda e terza parte, dove sono affrontate le modalità con le quali questa primazia incise sulla topografia sacra nel tardo medioevo, strettamente dipendente dai differenti stadi di sviluppo delle due sedi vescovili di Trier e Osnabrück. Vengono considerate soprattutto le parrocchie cittadine che nei secoli hanno sviluppato con la maior ecclesia un legame privilegiato: in entrambe le realtà urbane il Sakrallandschaft si è arricchito nel corso del basso medioevo, con il sorgere nello spazio della religiosità urbana di altre istituzioni ecclesiastiche, rappresentate soprattutto dai conventi degli ordini Mendicanti, fisicamente vicini alla stessa cattedrale. Elementi di polifunzionalità e di strettissima interazione tra cattedrale e città sono colti dall'Autrice attraverso lo studio dello spazio del mercato contiguo alla chiesa matrice e del ruolo delle grandi campane delle cattedrali, che alle funzioni legate al culto ne univano altre connesse alla vita economica cittadina o al bisogno di segnalare la presenza di pericoli (47-57).

I momenti corali della religiosità urbana coinvolgevano nelle loro espressioni liturgiche chierici e laici, in particolare in occasione delle principali ricorrenze, quando lo spazio della cattedrale si apriva alla città con le processioni, conquistando una visibilità e rivelando con chiarezza il ruolo centrale del duomo nel coordinamento spirituale di precisi ambiti urbani. Per Trier l'Autrice ha studiato le processioni che toccavano le principali chiese parrocchiali della città durante le celebrazioni dell'Ascensione, analizzandone l'allestimento e i loro protagonisti: ne emerge una puntuale topografia urbana che definisce una "Liturgie in Bewegung" e, per una definita durata temporale, l'istituzione di una civitas sancta (75-80). Gli eventi maggiormente significativi della vita cittadina, come quelli traumatici legati alle catastrofi sanitarie, venivano assorbiti nelle manifestazioni della ritualità religiosa del clero cattedrale, ad esempio nelle processioni commemorative della grande Peste di metà Trecento che si tenevano annualmente in Osnabrück il venerdì della Pentecoste, ancora documentate fino all'introduzione della Riforma (1543). Oltre al ruolo di "memoria collettiva" degli eventi tragici, queste forme di ritualità assumevano anche funzioni di partecipazione alla gestione delle crisi, che l'Autrice riconosce nelle Brandprozessionen della prima età moderna, seguite all'incendio che devastò parte della città di Osnabrück nel 1530. In questa direzione è giustamente interpretata la stesura della nuova liturgia stazionale della cattedrale, comprendente le Brandprozessionen, proprio negli anni della pre-Riforma, quando crebbe la domanda laicale di cogestione nella scrittura delle norme religiose di vita.

Il ruolo di contenitore di memoria cittadina assunto dalle cattedrali attraverso l'elezione del duomo come luogo di sepoltura è approfondito nella quarta parte del saggio. Dal ricco Exkurs dedicato alle parrocchie urbane o dell'immediato Hinterland (151-174) emerge la varietà delle potenziali scelte offerte ai cittadini per la destinazione del loro cadavere. La geografia devozionale cittadina delineata comprende le chiese parrocchiali, i conventi degli ordini mendicanti e le comunità spirituali laiche, tutte istituzioni arricchite da fondazioni memoriali ricordate nelle disposizioni testamentarie a partire dal Trecento. Sopravvive una particolare devozione per la cattedrale dinanzi alla concorrenza di altri prestigiosi riferimenti religiosi cittadini: il duomo di Trier tuttavia si trasformò sempre più in un luogo memoriale riservato principalmente ai canonici del capitolo, così come la cattedrale di Osnabrück costituì lo spazio delle costruzioni memoriali dell'alto clero. La presenza del laicato nelle due cattedrali è rivelata dalle cappelle delle confraternite e delle associazioni di chierici e laici.

Sabine Reichert applica con metodo i canoni della "Neue Kulturwissenschaft", come lei stessa dichiara (13), cogliendo in modo convincente le interazioni tra i soggetti attivi all'interno della complessa rete di connessioni strutturali che compongono il rapporto tra Chiesa e città, studiato da prospettive di ricerca di taglio sia regionale, sia cittadino. Lo studio è interessante anche sul piano metodologico, con un approccio alle fonti condotto su differenti livelli: le tradizionali fonti ecclesiastiche sono lette in una prospettiva socio-antropologica, particolarmente efficace nella sezione riguardante la funzione delle processioni nella realtà ecclesiastica e laica medievale, rivelatrice di un collegamento tra i cittadini e la sfera cultuale-religiosa, che trova il suo principale raccordo nella cattedrale. I risultati di questa prospettiva di indagine possono essere irrobustiti e validati con quelli che emergono dalle ricerche, più praticate dalla recente storiografia, orientate ad approfondire le relazioni cattedrale-città attraverso l'analisi di aspetti economici, ad esempio studiando il grado e le forme del coinvolgimento dei laici nell'amministrazione economica della fabrica.

Paolo Rosso